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Il prodotto agricolo come perno di un sistema distrettuale

Il convegno tenutosi il 20 settembre dal titolo "Il prodotto tipico come perno di un sistema distrettuale" ha affrontato e sviluppato molteplici temi - grazie soprattutto ai relatori e ai molti interventi - volti a sottolineare ed evidenziare la centralità della produzione agroalimentare nelle dinamiche e per il futuro dei distretti rurali.

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Il convegno tenutosi il 20 settembre dal titolo “Il prodotto tipico come perno di un sistema distrettuale” ha affrontato e sviluppato molteplici temi – grazie soprattutto ai relatori e ai molti interventi – volti a sottolineare ed evidenziare la centralità della produzione agroalimentare nelle dinamiche e per il futuro dei distretti rurali.
Dei vari argomenti trattati riportiamo tre assi argomentativi che hanno caratterizzato in modo significativo lo svolgimento dei lavori: l’importanza ed il ruolo della UE per le agricolture e per lo sviluppo rurale; l’importanza di favorire il ricambio generazionale; la centralità e l’indispensabile ruolo della conoscenza.
Al fine di garantire un settore agricolo dinamico e competitivo è necessaria una visione economica a lungo termine. Sono fondamentali politiche che migliorano la coesione sociale dell’Europa e che forniscono speranza e prosperità alle future generazioni di agricoltori e allevatori.
Politiche che valorizzano l’innovazione e promuovono competitività promuovendo, ad esempio, l’accesso alla conoscenza ed alle tecnologie, nonché la firma di accordi commerciali equilibrati.
Gli agricoltori europei e le loro cooperative hanno bisogno di una futura PAC che rimanga coerente e in cui gli oneri amministrativi siano limitati. Una PAC che promuova la transizione verso una produzione sostenibile Ed efficiente che generi meno rifiuti, con l’obiettivo di nutrire circa 500 milioni di cittadini dell’UE entro il 2030.
D’altro canto, gli agricoltori europei e le loro cooperative hanno bisogno di una UE che garantisca una catena alimentare più equa, nonché un reddito adeguato per tutti. Il modo più ovvio per aumentare l’attrattiva del settore agricolo per le generazioni più giovani è quello di garantire un reddito agricolo dignitoso, e allo stesso tempo aumentare gli investimenti in pratiche più sostenibili.
L’ agricoltura europea ha bisogno di una UE che sia in grado di garantire l’accesso alle innovazioni e alle scoperte più recenti in campo agronomico, sia sul campo che in ambito scientifico. È importante che, rispetto a un settore in rapida evoluzione, gli agricoltori europei continuino a giocare un ruolo di primo piano. Gli imprenditori agricoli europei hanno bisogno che la UE sostenga l’assorbimento e il mantenimento di carbonio e la bioeconomia, con l’obiettivo di combattere efficacemente gli effetti del cambiamento climatico. Allo stesso è necessario un programma di politica commerciale comunitario che sia ambizioso ed equilibrato, e che offra nuove opportunità di mercato per l’Europa, soprattutto in un panorama politico così incerto.
E l’agricoltura può contribuire al futuro dell’Unione Europea, non solo attraverso alimenti nutrienti e sicuri, ma anche sostenendo le politiche ambientali e contribuendo alla competitività ed al benessere economico e rurale dell’Europa.
Il settore agricolo è il fulcro di molte delle principali politiche europee; è strettamente interconnesso a molti altri settori economici, in grado di generare posti di lavoro e promuovere un’economia europea più forte.

Un’agricoltura europea forte non può esistere senza un’Europa forte. E per prosperare, il settore agricolo deve essere sostenuto sia istituzioni europee sia dai governi nazionali.
ALIMENTARE IL FUTURO
È possibile godere di un’Europa solida e di un’agricoltura soltanto se vanno di pari passo. Durante gli ultimi sessant’anni, la Politica Agricola Comune (PAC) ha costituito il collegamento tra il progetto Europea e l’agricoltura. Attualmente, entrambi affrontano sfide su scala globale e locale. L’obiettivo però rimane lo stesso: nutrire il futuro dell’Europa.
Sia nel presente che nel futuro, l’Europa deve avere un settore agricolo forte, che fornisca cibo sicuro, sostenibile sia dal punto di vista ambientale, sociale che economico e di alta qualità per i cittadini; un’agricoltura in grado di generare posti di lavoro e mantenere il dinamismo delle aree rurali.
Gli agricoltori europei, in quanto beneficiari della PAC, sono pienamente consapevoli che la soluzione a molte delle sfide che dobbiamo affrontare è raggiungibile attraverso la cooperazione e l’integrazione europea. Un’Unione europea forte può e deve raggiungere gli obiettivi del Trattato Lisbona, nonché obiettivi globali come l’accordo di Parigi sui Cambiamenti climatici e gli obiettivi di sviluppo sostenibile posti dalle Nazioni Unite. Questi impegni ambiziosi devono essere sostenuti da un grande budget e da politiche efficienti, affinché il futuro dell’agricoltura e delle zone rurali sia garantito.
Il settore agricolo dell’Unione Europea si trova ad affrontare una sfida demografica sempre più importante: carenza di giovani agricoltori. Questo rappresenta un problema che va oltre il singolo settore, in quanto potrebbe causare l’abbandono delle terre e l’esodo rurale nei prossimi decenni
Attualmente solo l’11% degli agricoltori europei ha meno di quarant’anni. In Europa, per ogni agricoltore sotto i trentacinque anni, ci sono più di cinque agricoltori sopra i sessantacinque cinque anni. Ciò diventerà ancora più accentuato nei prossimi decenni.
Gli imprenditori agricoli costituiscono la base stessa della vita rurale. Rappresentano e forniscono un’ampia quota di posti di lavoro nelle aree rurali; allo stesso modo, simboleggiano il fil rouge, la trama permanente del tessuto sociale dell’Europa rurale.
Il laboratorio convegnistico del 20 settembre ha evidenziato come, attraverso le idonee politiche socio-economiche – attuate in termini sistemici nei vari livelli istituzionali – questa situazione possa essere invertita. Se guardiamo alle sfide economiche, sfide ambientali e sociali che dobbiamo affrontare, l’agricoltura è un settore che permette di coinvolgere in modo significativo le generazioni più giovani.
L’agricoltura è, e sarà sempre vocazionale. In tal senso è molto incoraggiante constatare come in alcuni Stati membri, sta aumentando in modo sensibile il numero dei giovani che studiano agronomia. Garantire il ricambio generazionale è il modo migliore per mantenere il modello di agricoltura familiare, che rappresenta la pietra angolare dell’agricoltura europea.
Al fine di incoraggiare i nuovi membri del settore agricolo. E’ necessario favorire e garantire che i nuovi arrivati abbiano accesso alla terra ed al credito. Inoltre, è importante che ricevano il sostegno dei loro coetanei e degli anziani. In questa ottica le cooperative europee svolgono un ruolo fondamentale nel promuovere l’integrazione economica e sociale dei giovani imprenditori agricoli.

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Re.La.Te
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