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Il turismo è uno strumento potente che può contribuire in modo significativo allo sviluppo economico locale, ma può anche rappresentare una minaccia per la sostenibilità se non gestito correttamente.

Il turismo è uno strumento potente che può contribuire in modo significativo allo sviluppo economico locale, ma può anche rappresentare una minaccia per la sostenibilità se non gestito correttamente. Nel convegno del 3 giugno sono emersi e sono stati elaborati e condivisi molteplici spunti e piani di confronto e di azione.
In questo report di sintesi dell’appuntamento (vi invitiamo inoltre ad approfondire il tutto attraverso gli ulteriori documenti, il video report della giornata e le foto che potete trovare sul sito dell’Associazione OR.T.I.C.A.) partiamo dalle 5 strategie di turismo sostenibile che sono emerse durante il convegno e sono state considerate quali traiettorie efficaci nel promuovere lo sviluppo economico locale; in grado di generare valore aggiunto nelle comunità locali, garantendo contestualmente la preservazione dell’ambiente così da incentivare la crescita sostenibile del turismo.
Il convegno del 3 giugno, grazie ai molteplici spunti presentati dal relatore Luigi Franceschi (importante la figura e l’expertise dello stesso, a tal proposito si veda paper di introduzione all’appuntamento), alle suggestioni tematiche ed argomentative preparate dall’Associazione OR.T.I.C.A. e presentate nei documenti inseriti nella cartellina volta ad introdurre ai temi portanti del laboratorio del 3 giugno; tutti visionabili – insieme al materiale aggiuntivo, quali video report, interviste, foto – sul sito www.associazioneortica.com, ha rappresentato un momento costituente e cruciale nel processo di innovazione sociale avviato sul territorio del GAL terre di Argil.
Un processo volto ad accrescere l’asticella del “sapere diffuso” del territorio. Competenze, saperi, capitale umano come fattori e dinamo centrali nella costruzione di un percorso di sviluppo rurale ha come obiettivi imprescindibili la crescita competitiva del tessuto produttivo ed al miglioramento della qualità della vita nel territorio stesso.
Reddito, occupazione, servizi, rafforzamento e miglioramento dei livelli del comparto produttivo, valorizzazione sistemica e ramificata del “patrimonio paesaggio”, sostenibilità ambientale, sociale ed economica sono solo alcuni dei target al centro di una strategia di sviluppo rurale.
Di un piano di sviluppo locale – come quello del GAL Terre di Argil – che punta a contribuire alla costruzione di un’idea, di un processo, di un “sistema territorio” volto a valorizzare ed esprimere le unicità di una trama i cui filati sono biodiversità, enogastronomia, artigianato, Heritage.
Partendo dagli elementi e dalle suggestioni sovra riportate – tematiche e prospettive che hanno animato e sostanziato il laboratorio del 3 giugno – andiamo ad evidenziare ed argomentare le chiavi interpretative che hanno segnato e caratterizzato maggiormente il convegno. Focalizzando l’attenzione su alcuni aspetti specifici; approfondimenti tematici ed ulteriori approfondimenti della giornata sono a disposizione e fruibili sul sito della nostra Associazione www.associazioneortica.com.
Utile inoltre, per quanti interessati ad affrontare ed approfondire il percorso e l’enorme patrimonio contenutistico sviluppato nel processo di innovazione sociale in fieri sul territorio del GAL terre di Argil, la documentazione ed i contributi visionabili anche sui siti delle altre realtà ed associazioni impegnate nel processo di innovazione sociale promosso, coordinato e supportato dal GAL Terre di Argil nello sviluppo del programma LEADER.
Il turismo rurale sostenibile rappresenta uno dei principali ambiti di intervento attivati dai GAL italiani: sono 163 (su 200 del 2014-2020), i GAL che vi hanno incentrato le proprie Strategie di sviluppo locale, integrandolo di volta in volta con altri ambiti, tra quelli elencati nell’Accordo di Partenariato, ritenuti prioritari.
L’azione dei GAL italiani per lo sviluppo dell’offerta turistica rurale si caratterizza per il peculiare approccio integrato e multisettoriale che, armonizzando interventi di natura materiale e immateriale, riesce a produrre un impatto significativo a livello locale sotto i profili economico, socioculturale, ambientale, ecc.
L’obiettivo è creare e valorizzare l’offerta turistica locale come strumento per rispondere a diversi fabbisogni locali.
Le esperienze candidate dai GAL, in risposta alla call pubblicata da CREA e RRN-ReteLeader, si caratterizzano per lo sviluppo di un’offerta turistica fortemente connessa alle risorse locali, che trova nella cultura rurale l’elemento principale. L’analisi di queste pratiche evidenzia la capacità dei GAL di rivitalizzare le comunità locali, coinvolgendo appieno gli attori pubblici e privati dalle prime fasi di programmazione.
In risposta ai fabbisogni delle comunità locali, i progetti mirano a stimolare la crescita occupazionale, economica e sociale attraverso azioni volte a rafforzare il legame storico-culturale tra città e campagna, creare reti tra attori locali e migliorare i servizi offerti in termini di accoglienza turistica, migliore accessibilità per utenti con bisogni speciali, mobilità sempre più smart e green, manutenzione di sentieri e creazione di itinerari tematici esperienziali.
Un ruolo centrale giocano le azioni volte a favorire la crescita culturale e professionale del capitale sociale locale, sostenuto in genere con accompagnamenti tutoriali e, laddove necessario, percorsi di apprendimento di tecniche di accoglienza turistica.
Il turismo rurale sostenuto dai GAL italiani si caratterizza, in definitiva, per essere sempre più espressione di un turismo esperienziale e relazionale capace di superare la frammentarietà dell’offerta turistica mediante la creazione di reti stabili tra diversi operatori locali e brand di successo e il posizionamento dell’offerta locale in circuiti internazionali.
Ciò che resta, quindi, al di là delle definizioni è il fatto che si riconosce una relazione tra ruralità e turismo che non riguarda il luogo in sé, ma l’identità che i territori stessi evocano.
Si attribuisce alle aree rurali una forza attrattiva propria, in cui l’attività turistica svolge un ruolo complementare, a beneficio del contesto, in cui il vantaggio competitivo è dato da spazi turistici autentici ed originali.
Belletti (2010) afferma che le risorse della ruralità potenzialmente incorporabili al turismo rurale appartengono a diversi tipi di capitale territoriale: ambientale, culturale, sociale, economico, umano. Il ruolo effettivo giocato dalle risorse rurali è però diversificato a seconda delle situazioni.
Alcune risorse rurali sono utilizzate in maniera diretta nel processo produttivo (es. gli immobili rurali usati per l’alloggio, le aree naturali usate come supporto per i servizi di escursionismo), altre invece rappresentano degli attributi di contesto del prodotto turistico (es. la qualità paesaggistica, la reputazione dei prodotti tipici del territorio) che però possono essere determinanti nella decisione del consumatore.
È soprattutto la componente paesaggistica a caratterizzare il turismo rurale, intesa nella sua accezione più ampia, ovvero sia come ambiente con i suoi aspetti naturalistici, sia come tradizione locale, che è ciò che rende unica l’esperienza turistica, e infine come accessibilità, ossia come perfetta integrazione dell’offerta nel contesto rurale, in modo che i servizi diventino punto di collegamento tra il territorio ed il fruitore